martedì 2 agosto 2011

VOGLIO CAMBIARE MA...

A volte in terapia mi rendo conto davvero di quanto forte sia la nostra effettiva resistenza al cambiamento. La frase che per me è un segno inequivocabile di resistenza è " si ok...PERO'"...QUEL PERò CI BLOCCA COMPLETAMENTE... fa si che inizi il più classico dei giochi del SI MA....
in cui una delle parti in causa propone un cambiamento e l'altro risponde con il più classico dei SI; MA::: oppure SI PERo'...
di solito quando inizio a vedere la comparsa dei si ma o si però mi fermo a riflettere e smetto di proporre possibili alternative, lo faccio perché il gioco del SI MA è il più pericoloso del mondo, rende tutti infelici alla fine, quindi meglio fermarsi subito!
Ma quanta fatica facciamo per resistere davvero al cambiamento? Quante energie spendiamo per trovare giustificazioni valide al restare nelle nostre posizioni, non che ci sia nulla di male, ma se siamo noi i primi a ritenerle posizioni sbagliate, mi verrebbe da chiedermi, ma cavolo dici che vuoi cambiare, ti offro una possibilità alternativa e inizia a fare mille problemi? Fortunatamente però non faccio la fioraia (non mi piacciono nemmeno i fiori... citazione colta dall'mmpi) ma faccio la psicologa e quindi il mio radar "resistenza" si attiva e l'allarme suona aiutandomi a fermarmi immediatamente!
in pratica quindi ci opponiamo con le unghie e con i denti alle novità, alle nuove possibili condotte da adottare, risposte da dare, atteggiamenti da assumere... spesso di aggrappiamo quasi con cieca disperazione ai nostri cliché, pur sapendo che ci fanno stare male, che ci danneggiano MA CHE CONOSCIAMO TANTO BENE!
In terapia faccio spesso un esempio per far capire ai miei pazienti quanto profonda sia la nostra resistenza al cambiamento...
"immagina di essere un attore e di dover fare un'audizione per un ruolo che ti piace molto. per questa audizione hai scelto 2 possibili monologhi
il primo monologo non ti piace più, sai che non piace molto nemmeno all'altro, che non esalta le tue potenzialità e non ti valorizza davvero... però lo conosci a menadito! lo sai benissimo, sai perfettamente tutte le battute, tutte le pause, lo conosci talmente bene che riesci persino a prevedere le reazioni, minuto per minuto, di chi ti ascolta...insomma, è un monologo davvero orribile ma tu lo sai recitare benissimo.
Il secondo monologo invece è davvero bello divertente e certamente adatto all'audizione, lo hai provato forse un paio di volte quasi per caso, quindi, in realtà non lo conosci affatto bene, lo sai a grandi linee ma non lo sai benissimo, non sai nemmeno come lo prenderà chi ti ascolta, non sai che reazioni potrebbe avere e che conseguenze potrà portare... però sai che è davvero bello...
TU QUALE MONOLOGO SCEGLIERAI ALLA FINE?"
La stragrande maggioranza delle persone sceglie il monologo sfigato e triste ma che conosce bene!
Ecco qui quindi la situazione, molte, troppe volte nella nostra vita recitiamo un monologo che non ci piace ma che sappiamo a memoria, invece di rischiarcela con un monologo nuovo... ma che purtroppo se non proviamo a mettere in scena, non conosceremo mai...
La domanda ora nasce spontanea, tu quale monologo sceglieresti?